Meryl Streep, Theater of War. Una ninna nanna struggente, disperata, che Madre Coraggio canta alla figlia, appena morta, in una lunga notte di guerra. E' l'elemento che ha convinto Meryl Streep a mettersi in gioco e interpretare la tragedia di Bertolt Brecht, in un allestimento andato in scena due anni fa nel teatro all'aperto di Central Park. A raccontarci quello straordinario spettacolo è il documentario Theater of War di John W. Walter, in programma nella sezione L'altro cinema - Extra al Festival Internazionale del Film di Roma.
"Quella ninna nanna - ha spiegato nel film non fiction l'attrice, che è tornata al teatro a cinque anni dalla sua ultima performance ne Il gabbiano di Cechov - mi ha fatto pensare a tutte quelle immagini di madri che vediamo nei telegiornali, chine sui propri figli morti nei conflitti, che gridano a Dio, agli uomini, al Papa, un enorme 'Perche'". Madre Coraggio e i suoi figli, ha aggiunto la Streep durante la sua visita a Roma per la promozione di Mamma Mia! "per me è la piece più contro la guerra che esiste". Per l'interprete di Kramer contro Kramer recitare questo testo è stata una reazione "alla rabbia e la frustrazione per la direzione nella quale la politica americana, ha portato il Paese". Il legame con l'attualità è sottolineato nel film non fiction fin dall'inizio del documentario in cinque atti, dall'apertura del primo con il discorso alla radio del presidente George W. Bush che annuncia l'invio di truppe in Medio Oriente.
Lo spettacolo allestito nell'adattamento del commediografo Tony Kushner e cointerpretato da Kevin Kline, è raccontato fra backstage e interviste con i protagonisti ma non mancano, in parallelo, scene delle marce pacifiste contro la guerra in Iraq. Si torna anche indietro nel tempo, con salti nella vita di Brecht (dalla fuga dalla Germania nel 1933 alla caccia alla streghe del maccartismo negli Stati uniti, a fine anni '40, dove era emigrato con la famiglia) anche attraverso i ricordi della figlia dello scrittore. Si parla inoltre della Germania distrutta nel dopoguerra, dei legami dello scrittore con il marxismo, e non mancano le immagini della rappresentazione della piece, nel 1949 con la straordinaria Helene Weigel, moglie di Brecht, nei panni della protagonista. L'intensità dell'attrice tedesca nel ruolo della venditrice ambulante che, nell'Europa del 1600, paga la scelta di restare in zona di guerra, pur di fare affari, con la perdita, uno dopo l'latro, dei due figli maschi e della figlia, è contrappuntata dalla straordinaria prova della Streep, che vediamo cercare e trovare il personaggio. La sua Madre Coraggio, infagottata in una giacca militare è disperata, appassionata, cinica ("La corruzione è l'equivalente umano della Misericordia divina" dice la protagonista nella tragedia), coraggiosa, pietrificata dal dolore ma anche pronta a riprendere il proprio carretto e rimettersi in viaggio dopo ogni disgrazia. Una performance costruita con lunghe prove di cui la Streep è quasi gelosa ("E' come mostrare le tubature del bel palazzo che hai costruito. Ne sei fiero, ma non vuoi che sia quella la parte in vista" dice a Walter), le invenzioni e momenti di autentica magia come le sue commoventi esecuzioni delle canzoni della piece, originariamente scritte da Brecht e Paul Dessau, e adattate in questa versione americana da Jeanine Tesori.
"Quella ninna nanna - ha spiegato nel film non fiction l'attrice, che è tornata al teatro a cinque anni dalla sua ultima performance ne Il gabbiano di Cechov - mi ha fatto pensare a tutte quelle immagini di madri che vediamo nei telegiornali, chine sui propri figli morti nei conflitti, che gridano a Dio, agli uomini, al Papa, un enorme 'Perche'". Madre Coraggio e i suoi figli, ha aggiunto la Streep durante la sua visita a Roma per la promozione di Mamma Mia! "per me è la piece più contro la guerra che esiste". Per l'interprete di Kramer contro Kramer recitare questo testo è stata una reazione "alla rabbia e la frustrazione per la direzione nella quale la politica americana, ha portato il Paese". Il legame con l'attualità è sottolineato nel film non fiction fin dall'inizio del documentario in cinque atti, dall'apertura del primo con il discorso alla radio del presidente George W. Bush che annuncia l'invio di truppe in Medio Oriente.
Lo spettacolo allestito nell'adattamento del commediografo Tony Kushner e cointerpretato da Kevin Kline, è raccontato fra backstage e interviste con i protagonisti ma non mancano, in parallelo, scene delle marce pacifiste contro la guerra in Iraq. Si torna anche indietro nel tempo, con salti nella vita di Brecht (dalla fuga dalla Germania nel 1933 alla caccia alla streghe del maccartismo negli Stati uniti, a fine anni '40, dove era emigrato con la famiglia) anche attraverso i ricordi della figlia dello scrittore. Si parla inoltre della Germania distrutta nel dopoguerra, dei legami dello scrittore con il marxismo, e non mancano le immagini della rappresentazione della piece, nel 1949 con la straordinaria Helene Weigel, moglie di Brecht, nei panni della protagonista. L'intensità dell'attrice tedesca nel ruolo della venditrice ambulante che, nell'Europa del 1600, paga la scelta di restare in zona di guerra, pur di fare affari, con la perdita, uno dopo l'latro, dei due figli maschi e della figlia, è contrappuntata dalla straordinaria prova della Streep, che vediamo cercare e trovare il personaggio. La sua Madre Coraggio, infagottata in una giacca militare è disperata, appassionata, cinica ("La corruzione è l'equivalente umano della Misericordia divina" dice la protagonista nella tragedia), coraggiosa, pietrificata dal dolore ma anche pronta a riprendere il proprio carretto e rimettersi in viaggio dopo ogni disgrazia. Una performance costruita con lunghe prove di cui la Streep è quasi gelosa ("E' come mostrare le tubature del bel palazzo che hai costruito. Ne sei fiero, ma non vuoi che sia quella la parte in vista" dice a Walter), le invenzioni e momenti di autentica magia come le sue commoventi esecuzioni delle canzoni della piece, originariamente scritte da Brecht e Paul Dessau, e adattate in questa versione americana da Jeanine Tesori.
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