Nuova Fiction per la Rai dal nome un po insolito. n onda domenica 29 alle 21.30 e lunedì 30 marzo 2009 alle 21.10 su Rai Uno
Miniserie televisiva in due puntate da 100 minuti per Rai Uno tratta dall'omonimo romanzo di Lisa Roscioni edito da Giulio Einaudi Editore.
"Mi chiamo Matteo Caccia, ho 33 anni e vivo a Milano. Non so se qualcuno si ricorda di me. Io no."
Recentemente i quotidiani hanno dedicato intere pagine alla storia dello "smemorato della radio" che dopo aver perso la memoria si racconta ogni giorno ai microfoni di Radio2: una sorta diario in cui Caccia ricostruisce i pezzi della sua vita. La trasmissione si chiama "Amnesia" e gode attualmente di un successo insperato, al punto tale che molte voci, anche autorevoli, insinuano che "lo smemorato della radio" non sia per nulla "smemorato" ma solo un abile attore, al servizio di un abile trasmissione. Interpellati, molti medici sostengono che l’amnesia retrograda globale (quella di cui Caccia dice di soffrire) può essere causata solo da un forte trauma fisico o psichico. Caccia invece dice di aver perso la memoria comodamente seduto in un teatro, durante un concerto. E’ quindi Caccia un "simulatore" ?
Analogie, similitudini quasi incredibili di oggi, con l’enigma psichiatrico per eccellenza di ieri: quello dello "smemorato di Collegno" il cui referto medico, stilato nel 1926, parla appunto di amnesia retrograda globale. Come allora, ecco ripetersi il ruolo giocato dai media e, a sua volta, la capacità di una vicenda tanto enigmatica da trasformarsi subito in letteratura: il caso dello "smemorato di Collegno" ispirò scrittori come Pirandello e Sciascia, mentre il caso dello "smemorato della radio" diventerà presto un libro per i tipi della Mondadori. E i giornali, oggi come allora, ricevono lettere di donne che, nel vedere la fotografia pubblicata scrivono: "Che emozione amatissimo Matteo quando ho visto la tua foto su Repubblica. Ero in tram e una signora accanto a me sfogliava il giornale, io sbirciavo ed ad un certo punto ti ho riconosciuto nella fotografia…allora non sei fuggito da me, ti è invece successa una cosa terribile: la perdita della memoria…" Finzione radiofonica? Libera ispirazione dal più famoso caso dello "smemorato di Collegno"? Chissà, ma intanto Radio2 ha aperto perfino un sito web dove il pubblico può trovare ulteriori approfondimenti sul caso.
Miniserie televisiva in due puntate da 100 minuti per Rai Uno tratta dall'omonimo romanzo di Lisa Roscioni edito da Giulio Einaudi Editore.
"Mi chiamo Matteo Caccia, ho 33 anni e vivo a Milano. Non so se qualcuno si ricorda di me. Io no."
Recentemente i quotidiani hanno dedicato intere pagine alla storia dello "smemorato della radio" che dopo aver perso la memoria si racconta ogni giorno ai microfoni di Radio2: una sorta diario in cui Caccia ricostruisce i pezzi della sua vita. La trasmissione si chiama "Amnesia" e gode attualmente di un successo insperato, al punto tale che molte voci, anche autorevoli, insinuano che "lo smemorato della radio" non sia per nulla "smemorato" ma solo un abile attore, al servizio di un abile trasmissione. Interpellati, molti medici sostengono che l’amnesia retrograda globale (quella di cui Caccia dice di soffrire) può essere causata solo da un forte trauma fisico o psichico. Caccia invece dice di aver perso la memoria comodamente seduto in un teatro, durante un concerto. E’ quindi Caccia un "simulatore" ?
Analogie, similitudini quasi incredibili di oggi, con l’enigma psichiatrico per eccellenza di ieri: quello dello "smemorato di Collegno" il cui referto medico, stilato nel 1926, parla appunto di amnesia retrograda globale. Come allora, ecco ripetersi il ruolo giocato dai media e, a sua volta, la capacità di una vicenda tanto enigmatica da trasformarsi subito in letteratura: il caso dello "smemorato di Collegno" ispirò scrittori come Pirandello e Sciascia, mentre il caso dello "smemorato della radio" diventerà presto un libro per i tipi della Mondadori. E i giornali, oggi come allora, ricevono lettere di donne che, nel vedere la fotografia pubblicata scrivono: "Che emozione amatissimo Matteo quando ho visto la tua foto su Repubblica. Ero in tram e una signora accanto a me sfogliava il giornale, io sbirciavo ed ad un certo punto ti ho riconosciuto nella fotografia…allora non sei fuggito da me, ti è invece successa una cosa terribile: la perdita della memoria…" Finzione radiofonica? Libera ispirazione dal più famoso caso dello "smemorato di Collegno"? Chissà, ma intanto Radio2 ha aperto perfino un sito web dove il pubblico può trovare ulteriori approfondimenti sul caso.
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