L'esercizio della musica non rende più intelligenti, ma fa bene al cervello, perché lo rende più veloce, preciso, efficiente. Lo hanno dimostrato gli scienziati riuniti nei giorni scorsi a Montreal al congresso 'Neuroscienze e Musica. Disordini e Plasticita'', organizzato dalla Fondazione Mariani di Milano.
In particolare, Sylvain Moreno e Glenn Schellenberg, della York University di Toronto, hanno svolto uno studio per valutare l'influenza dell'esercizio musicale sulla mente. Hanno sottoposto 108 tra bambini e ragazzi, alcuni studenti di musica e altri no, a una serie di test psicologici. Dalle valutazioni dei due scienziati è emerso che la musica non fa crescere l' intelligenza, ma la capacità di risolvere i problemi: quell' insieme di abilità che gli psicologi chiamano funzioni esecutive, comprendenti la pianificazione delle azioni, l'attenzione e il controllo dell'impulsività.
Altre due ricerche hanno confrontato musica e linguaggio. Ed é emerso che l'esercizio delle lingue straniere, come quello con tasti e spartiti, migliora attenzione, memoria, lettura e apprendimento. In particolare sono stati messi a confronto gruppi di bambini bilingue con bambini monolingua e bambini musicisti e valutati poi i comportamenti dei giovani adulti. Risultato: non si sono rilevate differenze significative nei risultati dei test di intelligenza, ma in particolari compiti visivi e uditivi in cui era importante una buona pianificazione i musicisti se la cavavano decisamente meglio.
In particolare, Sylvain Moreno e Glenn Schellenberg, della York University di Toronto, hanno svolto uno studio per valutare l'influenza dell'esercizio musicale sulla mente. Hanno sottoposto 108 tra bambini e ragazzi, alcuni studenti di musica e altri no, a una serie di test psicologici. Dalle valutazioni dei due scienziati è emerso che la musica non fa crescere l' intelligenza, ma la capacità di risolvere i problemi: quell' insieme di abilità che gli psicologi chiamano funzioni esecutive, comprendenti la pianificazione delle azioni, l'attenzione e il controllo dell'impulsività.
Altre due ricerche hanno confrontato musica e linguaggio. Ed é emerso che l'esercizio delle lingue straniere, come quello con tasti e spartiti, migliora attenzione, memoria, lettura e apprendimento. In particolare sono stati messi a confronto gruppi di bambini bilingue con bambini monolingua e bambini musicisti e valutati poi i comportamenti dei giovani adulti. Risultato: non si sono rilevate differenze significative nei risultati dei test di intelligenza, ma in particolari compiti visivi e uditivi in cui era importante una buona pianificazione i musicisti se la cavavano decisamente meglio.
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